
Numeri misteriosi a Barcellona
Un’opera artistica che racchiude i fondamenti della natura
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Camminando per il Paseo de Joan Borbò, al lato del distretto della Barceloneta, la vista difficilmente si distoglie dai lussuosi yacht ormeggiati, dalle palme ed i ristoranti da poco riaperti. L’odore del mare non lascia spazio ad altri pensieri se non quello di raggiungere la spiaggia e rilassarsi al sole.
Pochi turisti danno finalmente spazio per godersi anche l’ambiente circostante. D’un tratto i miei occhi vengono attirati da uno strano particolare al suolo. Un quadrato incastonato a terra con all’interno un numero, uno grande, 6765. Soffermandomi a guardare la sagoma ne noto un’altra poco più in là. Incuriosito proseguo in direzione retta per osservare da più vicino e mi ritrovo con un altro numero! 4181, che strano! Come in una caccia al tesoro aguzzo la vista e individuo altri quadrati contenenti ulteriori cifre poco a poco sempre più vicinie tra loro. A prima vista non c’è nessuna correlazione apparente. Sembrano numeri messi a caso: 6765 poco più in là 4181 a seguire 2584 e cosi via. Termino di scoprire l’intera sequenza arrivando al finale o forse il principio con il numero 1.
Mi giro e osservo da lontano l’intera serie. Che cosa rappresentano questi numeri posti in linea retta senza nessuna logica apparente? Mi soffermo ad analizzare: non sono solamente numeri pari, nemmeno una sequenza di soli dispari o di numeri primi. Per capire il significato di questa strana sequenza, timidamente nascosta a terra, bisogna retrocedere all’anno 1992. Anzi no molto più indietro al 1200!
Un po di storia
Non è uno scherzo. Tutto inizia alla fine del XII secolo con un mercante marittimo rispettato e ben conosciuto di origini pisane, Guglielmo dei Bonacci. Insieme a suo figlio, Leonardo detto “il Fibonacci” (figlio dei Bonacci) rimasero per alcuni anni nel porto di Béjaïa. La città è un antichissimo centro di scambio commerciale dell’Algeria che si affaccia sul Mar Mediterraneo. Qui Leonardo studiò molti testi e trattati di matematica di origine araba e indiana i quali diedero spunto per redattare il suo mastodontico libro il “Liber Abbaci”. Il testo è una pietra miliare della matematica e l’autore è uno dei più importanti della storia della matematica. Il libro tra le tante funzioni e regole di aritmetica e trigonometria spicca per una formula molto semplice ma al tempo stesso interessantissima.
F{n}=F{{n-1}}+F_{{n-2}}
…e un pò di matematica
Se non vi appassiona la matematica potete saltare l’intero paragrafo ma questa serie ci riguarda molto da vicino. Ve la spiego o almeno ci provo. Il risultato della successione è dato dalla somma dei due numeri precedenti contigui es. 0+1=1, 1+1=2. Seguendo questo schema si prosegue 2+1=3; 3+2=5; 5+3=8 e così via. Si ottengono i risultati: 0,1,1,2,3,5,8,13,21,34,55,89,144,233,…A prima vista sembra un gioco per bambini. In questa serie però si nasconde una costante potentissima. Come scoprirla? Semplice.Proviamo a dividere un risultato della serie con il suo precedente. 8:5=1,6; 13:8=1,625; 21:13=1,615384…Man mano che si continua con le divisioni il risultato del rapporto si avvicina poco a poco ad una costante chiamata numero aureo o proporzione aurea che è appunto 1,6180339887… Incredibile! Ora senza annoiarvi troppo con le formule arriviamo al dunque. Che ci facciamo con la sezione aurea? A primo impatto nulla però si tratta di una costante presente in natura. I semi di girasole, le foglie distribuite lungo lo stelo di una pianta o la forma del guscio del Nautilus seguono questa costante. Il numero sembra essere presente anche nella formazione a spirale delle galassie! Un collegamento con il macro e il micro cosmo. La proporzione aurea è un numero irrazionale, il che significa che non ha fine e la successione dei suoi decimali non segue mai uno schema. Ultimamente grazie ai super computer siamo arrivati a calcolarne il decimilionesimo di decimale!
Arte e numeri
Per continuare la nostra storia ci fermiamo al 1925. In questa data nasce un famoso artista Italiano Mario Mertz (1925-2003), conosciuto in tutto il mondo per le sue opere e sculture realizzate in arte povera usando differenti materiali quali tubi al neon, ferro, cera e pietra.
Finalmente avanziamo al 1992 l’anno delle Olimpiadi di Barcellona! Ed ecco che in questa data, proprio a pochi giorni dell’apertura ufficiale, Mario Mertz dà il suo tocco artistico alla città con un’opera originale denominata “Crescendo Appare”. Incastonati sotto un resistente vetro blindato Mario riproduce i primi numeri della serie di Fibonacci con dei tubi al neon nei pressi del Port Vell. Le caselle sono posizionate poco a poco sempre più a maggior distanza raggiungendo una lunghezza totale di circa 160 metri!
Mario unisce la potenza della natura, la conoscenza scientifica e artistica dell’uomo e le origini di mercante marittimo di Leonardo Fibonacci posizionando l’opera proprio nei pressi del porto di Barcellona importante tanto quanto quello di Béjaïa. Tutto risulta più chiaro finalmente. Un’opera potente, silenziosa ma preziosa come un tesoro. Il progetto artistico fino a qualche anno fa si illuminava durante la notte, oggi purtroppo l’impianto elettrico non funziona per problemi di infiltrazioni e mantenimento.
Un’opera ora più che mai silenziosa e spesso dimenticata dalla maggior parte delle persone che ci camminano sopra senza accorgersene. Chissà proprio come la costante aurea, invisibile ma presente ovunque in natura.
Marco Pachiega
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