
IL RICORDO CICLICO DEL CANTAMAGGIO
La tradizione della fertilità e della bella stagione ai tempi del covid-19
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L‘inizio ufficiale della primavera tra il 21 e 23 di marzo viene denominato equinozio. Maggio però è il mese che più di tutti mostra la bellezza della natura che rinasce. Fin dall’antichità l uomo è rimasto sempre impressionato dalla forza misteriosa della natura generata dal calore del nostro sole. Ogni anno è sempre una bellissima sorpresa. Tutto rinasce. La flora e la fauna tornano ad essere rigogliose, le giornate si allungano e le notti si fanno più miti e brevi.
TRADIZIONI PAGANE
Non è un caso che in tutta europa tra il 28 aprile 2 il maggio si celebri, se pur con differenti nomi e tradizioni folkloristiche, questo evento ciclico. Beltane, May Day, ‘Obby ‘Oss festival, Notte di Valpurga o Ludi Florales per gli antichi romani, sono solo alcuni dei nomi che si rifanno al culto pagano della fertilità e la rinascita. Canti propiziatori, giochi e scherzi piccanti e la voglia di stare insieme sono solo alcuni dei punti in comune. In Italia sopravvive, anche se a stento, un’antica tradizione molto simile, il Cantamaggio presente anche nelle Marche.
In questa regione il piccolo borgo millenario di Morro d’alba celebra il Cantamaggio appunto ai principi di Maggio.
IL CANTAMAGGIO
Ma come funziona? Dove si va e che si fa?
La tradizione inizia con issare nella piazza un altissimo albero che verrà poi adornato. La festa continua nei fine settimana successivi con le questue dei “maggianti”. Giovani e non si incamminino per le antiche strade di campagna e del centro per cantare strofe dedicate alla prosperità e all’amore accompagnate da strumenti tradizionali. Non mancano ovviamente i momenti piccanti e di rivalità. C’è contesa, ovviamente, tra i vari gruppi i quali possono venire da diverse contrade o paesi limitrofi. La “questua” spesso termina con il ballo del saltarello, vino e prodotti tipici offerti dalla famiglia ospitante.
IL CANTAMAGGIO NEL 2020
L’usanza purtroppo ha perso molto della sua forza sopratutto in questo anno già passato alla storia per la pandemia del Covid-19. A parte la picchiata economica in questo periodo ci è stato proibito la vicinanza sociale, sfiorare e parlare in modo ravvicinato con i nostri coetanei. Passarsi bicchieri, scambiarsi baci, ballare, stringersi le mani e tutto ciò che ci contraddistingue come umani in un periodo così bello, la primavera, ci è stato negato.
A quanto pare però nonostante i divieti e la paura del contagio, Morro d’alba continua mantenendo questa tradizione importante. Il tradizionale albero è issato e pronto per essere adornato e infine bruciato la domenica del 31 maggio. Le frequenti aggregazioni non potranno avere luogo ma la voglia di mantenere viva questa tradizione e passare quest’anno tanto difficile rimane e si fa più forte. L’antica usanza e superstizione si mescola con ancora più forza con la fredda razionalità del XXI secolo.
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Il mio piccolo omaggio a una terra così bella e intensa come le Marche e il Cantamaggio è ricordarlo con alcune foto dell’evento del 2015.
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Marco Pachiega