
Da Hostalets de Balenyà ad Aiguafreda de Dalt
Il fascino di un antico monastero immerso nella quiete invernale
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La salita alla cima del Tagamanent è solo una delle molteplici mete situate al bordo occidentale del Parco del Montseny che si possono raggiungere grazie al trasporto pubblico.
Questa volta il treno R3, dalla stazione di Sants di Barcellona, si ferma nei pressi di Hostalets de Balenyà, un piccolo comune di circa 3000 abitanti.
La meta questa volta è la visita del monastero di Aiguafreda de Dalt.
Il tragitto
Grazie ad una mappa e con molta tranquillità lascio il paese di Balenyà per dirigermi inizialmente verso i pantani. Una serie di piccole dighe costruite per la raccolta dell’acqua. Il tragitto, si estende tra campi aperti alternati a piccoli nuclei boscosi. L’invero è ormai alle porte e si fa sentire. Tutto tace mentre i colori del paesaggio hanno ormai acquisito toni pacati e spenti.
La diga
In una mezz’ora arrivo alla prima diga delle tre segnalate sulla mappa. Poso il mio zaino ed osservo il paesaggio illuminato da un sole debole. L’ambiente incute una sensazione un pò spettrale. Personalmente non mi sono mai piaciuti i luoghi dove l’acqua ristagna e rimane calma. Uno specchio fermo che riflette la forma degli alberi che si protendono ai bordi della riva contornano la diga. Perdo un pò di tempo nel fare qualche foto e riprendo il tragitto.
Aiguafreda de Dalt
Il sentiero mi porta fino a Muntanyà, un’urbanizzazione del comune di Seva. Il nome deriva da un antica casa rurale datata nel 1041 (vil·la Montannan). Oggi è luogo di molte seconde case per week-end in montagna. Non c’è molto da vedere continuo il tragitto intervallato a piccole pause per verificare la mappa e godere di una buona aria (quella di Barcellona è molto inquinata!). Finalmente arrivo ad Aiguafreda de Dalt.
Seguendo la strada si arriva ad un edificio del XII secolo d.C. il quale, a parte successive modifiche, nasconde la sua origine architettonica romanica. Il link coneixer Catalunya racconta la storia di questa canonica molto importante per gli abitanti di Aiguafreda. Essendo scritto in catalano provo a fare un piccolo riassunto qui di seguito.
L’origine della chiesa
I documenti disponibili descrivono l’atto della consacrazione della chiesa di San Martì il 5 agosto 898 per mano del vescovo di Vic Gotmar. La struttura fu completata per ordine di Emma, figlia del conte Guifré I e badessa di San Giovanni.
Si suppone tuttavia che la chiesa di San Martì esistesse già prima del 898. La badessa Emma, durante l’atto di consacrazione affirmò che vi era “vita e organizzazione già prima del 898”. Quindi avrebbe solamente completato una costruzione eremita già esistente nel 844 iniziata per parte dello zio, il conte e monaco Sunifred.
Recenti ricerche archeologiche hanno scoperto la presenza di una grotta-cripta proprio sotto la chiesa dove sono stati trovati alcuni corpi. Ciò indica che molto tempo prima degli atti ufficiali esisteva già un luogo di culto appartenente al periodo dell’alto medioevo.
Oltre al complesso è presente un cimitero abbandonato del XIX secolo.
Aiguafreda e ritorno a casa
Il sole rimane completamente velato da una tipica coltre di nubi invernali. Mi appresto alla discesa fino al paese di Aiguafreda dove troverò il solito treno che mi riporterà a Barcellona. Il parco del Momtseny nasconde molte meraviglie non solo naturali. Un luogo dove l’uomo fin dai tempi antichi si è insediato e ha lasciato le sue impronte architettoniche di grande fascino.
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Marco Pachiega