
Un incredibile panorama dal Turò de les Maleses
Alla scoperta di un antico insediamento iberico
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Volete ammirare una buona parte della Catalogna senza salire su una mongolfiera o un elicottero?
Eccovi un escursione davvero interessante per rimanere a bocca aperta una volta raggiunto il Turò de le Maleses.
Per iniziare, come consuetudine, prendo un treno che porta fino alla città Besòs. Da qui il bus della Tugsal mi lascia all’ospedale Can Ruti. Un imponente edificio ai piedi del parco della Serralada de Marina. Lascio alle spalle l’ospedale e mi immetto nel sentiero denominato La Font de l’Amigò. Il tragitto si addentra in una vegetazione di pini e arbusti, alternata da querce ormai quasi spoglie dato che siamo a metà dicembre.
Risalendo il torrente l’aria umida del fosso si alterna a quella più calda irraggiata dal sole pomeridiano. La salita procede su di un terreno un pò accidentato. Il sentiero, nonostante l’apparente calma, è ben frequentato. Ciclisti in mountain bike e gente del posto percorrono il sentiero per un giro in bici un pò impegnativo o per una passeggiata con il proprio cane.
L’insediamento iberico
La cima del turò de les Maleses ha un altitudine di 420 m.s.l. e in meno di un ora, se non ci si ferma ogni due minuti a fare delle foto, si arriva ad una biforcazione appena poco prima della cima. Il sentiero di sinistra mi porterebbe direttamente a valle per cui è d’obbligo scegliere quello di destra per raggiungere dopo pochi minuti la cima. Termino la camminata davanti ad un cartello che indica la presenza dei resti di un antico insediamento iberico, l’antica popolazione dei Laietani. Questa denominazione viene utilizzata a partire dal I secolo d.C. ma la loro origine è ben più antica. I laietani erano dediti alla caccia, la pesca e solitamente risiedevano in luoghi elevati per proteggersi da eventuali attacchi nemici.
Chiaramente a prima vista non c’è molto da vedere se non pietre e piccoli muri restaurati, che testimoniano le antiche case di pietra. A partire dal 1928 l’insediamento scoperto al turò de les Maleses ha ricevuto diversi interventi di restaurazione.
Un panorama fantastico
Il mio sguardo inizialmente si concentra su dove mettere i piedi. Ma una volta posato lo zaino in un punto comodo, i miei occhi si spalancano di fronte alla vista all’intero Vallès Orientale.
La prima forma riconoscibile ovviamente è il Montserrat che in lontananza si erge solitario come fosse l’Ayers Rock dell’Australia. Volgendo lo sguardo verso destra ecco che appare la Mola e di seguito, in una lunga catena montuosa, le Riscos de Berti, il picco del Tagamanent e la quieta montagna del parco del Montseny. Il panorama non termina qui. Continuando a girarmi in senso orario ecco che si intravede il mare Mediterraneo a seguire uno scorcio di Barcellona, il Turò de la Rovira, il Tibidabo e per chiudere il Turò de Reixac. Quest’ultimo dalla forma particolare sembra la cima di Machu Picchu. Ovviamente uso molto la fantasia ma sembra di avere mezzo mondo ai miei piedi!
Il cielo limpido rende ancora più intensa la sensazione di vastità e di stupore che la vista mi regala. Ora comprendo meglio la speciale conformazione geografica della Catalogna con la sua catena montuosa a ridosso della costa ed i con i suoi picchi e cime dalla forma originale.
L’escursione continua
Non mi resta altro che sedermi e godere del panorama a 360 gradi con un bel panino. Serve altro?
Il riposo termina e proseguo tornando sui miei passi per riprendere il sentiero che mi porterà a Montcada de Reixac. Si inizia una ripida e difficile discesa dovuto all’erosione dall’acqua. Fortunatamente un buon paio di scarpe da trekking possono salvarti da parecchie storte o cadute accidentali. La vegetazione filtra il calore del sole facendo calare l’ombra in parecchi scorci del tragitto. Fortunatamente l’eremo di Sant Pere de Reixac mi regala un ulteriore momento di pieno sole. Qui il sentiero si apre in un altro interessante panorama.
Sant Pere de Reixac
L’antico eremita di Sant Pere de Reixac ha una storia millenaria segnata da fuoco e distruzione. In due occasioni l’eremita fu parzialmente distrutto durante la guerra dei Segadors 1651 e durante la guerra civile spagnola 1936. Le sue successive ristrutturazioni nascondono l’origine romanica datata il 963. A ridosso della costruzione, seduto su di una panchina, mi godo un altro meritato momento di relax godendo del sole e dei colori che illuminano il Vallès.
La vista del Turò de Reixac indica il termine del tragitto. Continuo la discesa fermandomi spesso a contemplare il paesaggio tranquillo e sereno mentre il sole se ne va dietro le montagne, lasciando spazio ai tipici toni violacei e bluastri del tramonto. Una luna quasi piena sorge a est.
La notte scende e arrivo alla citta di Montcada de Reixac. Attraverso il fiume Besòs e mi accingo alla stazione per tornare a Barcellona.
Quasi perfetto
Con una tempistica incredibile entro in stazione, faccio il biglietto e salgo sul treno appena arrivato. Troppo bello per essere vero! Infatti dopo 5 minuti di tragitto seduto comodamente, il treno viene soppresso per un problema alla stazione di Sants. Dovrò tornare in metro! Non poteva non mancare un imprevisto a questa escursione quasi perfetta.
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Marco Pachiega